Voi siete qui: Epicuro.org: Approfondimentiti: Epicuro o Gesù?: Mt 6
Epicuro o Gesù?

M.t. 6-1,4

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

M.t. 6-5,8

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

M.t. 6-16,18

Guardatevi dal praticare le vostre opere buone davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il padre vostro che è nei cieli. Quando dunque fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere lodati dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa.
Quando tu invece fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti segreta; e il padre tuo, che vede nel segreto ti ricompenserà.

Quando pregate non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Tu invece quando preghi, entra in camera tua e, chiusa la porta, prega il padre tuo nel segreto; e il padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. Pregando poi ì, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate.

E quando digiunate, non assumete aria malinconica come gli ipocriti che si sfigurano la faccia per far vedere agli uomini che digiunano. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando digiuni, profumati la testa e lavati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni ma solo tuo Padre che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.

Non bisogna far finta filosofare, ma filosofare per davvero; non abbiamo bisogno di sembrare sani, ma di esserlo veramente.

 

Ne la ricchezza più grande ne la fama presso il volgo, ne altre tra quelle cose che dipendono da cause indefinite sono capaci di liberare dal turbamento dell’ anima e di procurare la vera gioia.

Sentenza vaticana LIV

 

 

 

Sentenza Vaticana LXXXI

 

M.t. 6-9,15

Voi dunque pregate così:

Padre Nostro che sei nei cieli
sia santificato il tuo nome;
venga il tuo regno;
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti
come noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male.

Se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe.

   
 

M.t. 6-19,21

Non accumulatevi tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; accumulatevi invece tesori nel cielo, dove ne tignola ne ruggine consumano e dove ladri non scassinano e non rubano. Perché là dove è il tuo tesoro sarà anche il tuo cuore.

Con un lavoro bestiale si accumula ricchezza in gran massa, ma ne deriva una vita sciagurata.

Per molti l’essersi procurata la ricchezza non fu la fine dell’infelicità, ma l’inizio di un’infelicità diversa.

Porfirio, Ad Marcella 29p. 293 II seg. Nauck2
(U480-Arr.236)

 

Seneca Epistola ad Lucilium 17II (U479)

 

M.t. 6-22,23

La lucerna del corpo è l’occhio; se dunque il tuo occhio è chiaro, tutto il tuo corpo sarà nella luce; ma se il tuo occhio è malato, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!

   
 

M.t. 6-24

Nessuno può servire due padoni: o odierà l’uno e amerà l’altro, o preferirà l’uno e disprezzerà l’altro: non potete servire a Dio e a Mamona.

L’amore del denaro con ingiustizia è cosa empia, ma anche secondo giustizia è brutto: sconveniente è risparmiare sordidamente anche senza andar contro la giustizia.

Sentenza Vaticana XLIII

 

M.t. 6-25,34

Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, o neanché per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un'ora sola alla sua vita? E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora se dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai di più per voi, gente di poca fede? Non affatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena.

Non più giova all’uomo ricchezza che ecceda il limite della natura che l’acqua a un vaso già colmo: l’una e l’altra devono traboccare fuori.

Una vita libera non può tendere all’acquisto di grandi ricchezze, perché ciò non è facile senza rendersi schiavi delle folle e dei monarchi; in realtà essa possiede già tutto con continua abbondanza; e anche se, per sorte, si trovasse a disporre di grandi ricchezze, facilmente saprebbe distribuirle si da procurarsi la benevolenza del prossimo.

Grazie alla beata natura, perché ha fatto le cose necessarie facili a procacciarsi e quelle difficili a procacciarsi non necessarie.

A chi non basta il poco nulla basta.

Diano 66 (trad. Carlo Diano)

 

Sentenza Vaticana LVIII

 

 

 

 

 

Giovanni Stobeo Flor. III 17,22 p.495 (U469 -240Arr.)

Eliano, Varia Historia IV,3 (U473)

 
Continua

Questo banner è per portare
più vistatori al sito di Epicuro.
Grazie per la pazienza,
Michele